Venduta la Memc: operai vincono contro previsioni Provincia e Comune di Merano
Merano, 21 marzo – 96 anni di storia dell’ industria chimica Italiana Montecatini – Società Generale per l’Industria Mineraria e Chimica, nata ufficialmente il 4 settembre 1923, quando per conto della Montecatini l’ingegner Omodeo firma il contratto che prevede la costruzione dell’omonima fabbrica di prodotti chimici.
Nell’autunno del 1925 inizia a funzionare per essere inaugurata nel 1926. Inizialmente la Montecatini meranese contava 650 impiegati ed operai, ma alla fine degli anni Trenta arrivarono già intorno alle 1.000 unità.
Nel 1966 Edison acquistò il complesso industriale Montecatini dando vita alla fusione in Montedison AG.
Diventato Smiel, nel 1973, lo stabilimento si convertì al silicio. A fine anni ’90 la nascita di Memc, nel 2009 il nuovo impianto per il policristallo, per il fotovoltaico e inevitabilmente l’arrivo della crisi del silicio che ha iniziato a piegare l’economia dello stabilimento che verrà poi ceduto inspiegabilmente a un personaggio noto alle cronache italiane. Qui Memc diventa SOLLAND SILLICON ed ecco che nel 2014/2015 arriviamo a una crisi mai vista prima, con centinaia di operai senza paga.
Questi sono i veri eroi, gli operai che continuano a lavorare e a presidiare la fabbrica per mantenerla in sicurezza anche senza stipendio.
Diversi mesi fa viene dichiarato il fallimento della fabbrica e il Sindaco di Merano Rötsch, dei Verdi, con numerose affermazioni, fa capire che non vede l’ora che la stessa venga chiusa. Interviene allora la Provincia di Bolzano ma non per salvaguardare gli stipendi degli operai, ma perché obbligata da una legge che tutela la sicurezza pubblica in caso di prodotti chimici presenti negli stabilimenti. Ecco che così la Provincia emette delle ordinanze che permettono di presidiare e mantenere in sicurezza lo stabilimento, chiedendo contemporaneamente lo svuotamento dei prodotti attraverso la produzione di silicio, cosa però non semplice visto che lo stabilimento è fermo da anni.
Nel 2018 lo stabilimento viene messo all’asta ma, come si può immaginare, le aste vanno tutte a vuoto.
Ad una riunione con gli operai, il curatore fallimentare si dice stufo e che “non vedo l’ora che sia finita”.
Si avvicina così il termine dell’ordinanza, “manca poco e si va tutti a casa!”
Agli operai viene detto che non verranno fatte altre aste e non ci sarà nessuna proroga della provincia .
Si viene a sapere che lo stabilimento è già stato promesso per una cifra ridicola ad una ditta locale che farà altro.
Ma gli operai non ci stanno e scrivono al Ministero dello Sviluppo Economico perché loro ci credono ancora e così ecco che la provincia si trova obbligata ad emettere un’altra ordinanza. Questa volta però la provincia si presenta in stabilimento con il vice segretario Magnago, SVP, che afferma: “Tanto questa fabbrica non si venderà mai e questa è l’ultima ordinanza, quindi vedete di rispettare i termini per lo svuotamento”.
Nel 2019 viene indetta l’ultima asta e qui assistiamo alla magia… Non una ma bensì due offerte delle qualu viene presa in considerazione la più seria e forse la più alta.
Il giudice si riserva del tempo per dare la conferma e, dopo 5 settimane, finalmente arriva l’attesa notizia.
Una grande azienda del Qatar ha acquisito l’azienda portando alla vittoria gli operai contro ogni previsione istituzionale.
Finalmente un così importante e storico stabilimento, unico in Italia e come pochi al mondo, continuerà la sua storia.
Soprattutto negli alti piani provinciali, questa soluzione che salva decine di lavoratori altoatesini, causerà adesso forti mal di pancia.
Luca Di Guida
Fonte: Venduta la Memc: operai vincono contro previsioni Provincia e Comune di Merano