Un vino “andato a male” o mal conservato presenta delle caratteristiche che possiamo imparare a riconoscere per evitare di incorrere in seri rischi per la salute.
Vediamo allora come sia possibile eludere questo pericolo attraverso l’applicazione di semplici e immediati accorgimenti.
Uno degli errori più comuni è quello di conservare il vino in un luogo inadeguato. Infatti, in base alla natura stessa del vino in questione e del suo processo di vinificazione, un determinato vino presenterà necessità di conservazione diverse da un altro.
Il tutto ovviamente parte dal mantenimento delle variabili fondamentali della cantina: temperatura, luce, vibrazioni, esposizione, ventilazione, umidità.
Analisi del luogo di conservazione
Dopo la fase di imbottigliamento è bene tenere a mente che non tutti i vini possono essere conservati nello stesso luogo o alle stesse temperature.
Per esempio, il vino rosso, date le sue peculiari caratteristiche organolettiche, per poter mantiene il suo stato di conservazione ottimale, favorire il naturale invecchiamento e prevenire l’ossidazione, dovrebbe essere conservato in apposite portabottiglie vino o in cantine con le giuste caratteristiche di conservazione.
Al contrario, il vino bianco trova il suo equilibrio naturale e si conserva meglio in una moderna cantinetta vino, attraverso la quale sia possibile regolare i valori di temperatura e umidità, e mantenere così le bottiglie in un perfetto stato di conservazione.
Dopo aver fatto dunque le dovute ricerche sul fornitore del prodotto, le condizioni della cantina di provenienza, il luogo e le condizioni termiche di conservazione delle bottiglie, possiamo finalmente passare all’analisi diretta del prodotto.
Ecco alcuni accorgimenti per imparare a riconoscere difetti, malattie e alterazioni nei vini, tramite l’uso dei nostri sensi.
Analisi di odore, sapore e aspetto
Un tappo deteriorato, un imbottigliamento fallato, un travaso non corretto e lo stoccaggio in un luogo troppo caldo, sono tutti esempi di vino a contatto con l’aria (ossigeno) e la conseguente proliferazione di batteri acetici che sono i principali responsabili del deterioramento dell’etanolo.
Tutto chiaro, ma…. Come ce ne accorgiamo?
Se all’olfatto percepiamo un odore pungente, simile a quello dell’aceto, significa che il vino è ossidato. In altri casi potrebbe odorare di zolfo, sempre indice di una cattiva conservazione della bottiglia. Perciò, se il sapore del vino è acidulo, acetato o zolfato, evita di bere!
Un colore spento e opaco ci indica che il vino è “passato” a causa di alterazioni dovute a reazioni di ossidazione. I vini bianchi tenderanno al giallo dorato o ambrato, mentre i rossi al marroncino.
Un alto segnale d’allarme è se si nota un “segno di cottura” sul tappo, o se lo stesso si trova leggermente fuori dalla bottiglia o, addirittura, deteriorato. Questo fenomeno è dovuto dall’esposizione a fonti di calore e temperature troppo elevate. Il vino “cotto” presenterà tonalità tendenti al marroncino con un sapore di frutta marcia caramellata.
I rischi per la salute
La diretta conseguenza di una inadeguata conservazione del vino è quella di compromettere le sue qualità naturali, favorendo il consumo un prodotto che potrebbe causare rischi per la salute.
L’inosservanza delle condizioni per la conservazione del vino e il consumo di un prodotto “andato a male” si manifesta in sintomi fisici piuttosto evidenti, come ad esempio:
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nausea, vomito e senso di disorientamento
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gusto di metallo in bocca
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indebolimento fisico e mentale
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diarrea e mancanza di appetito
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mal di testa e vertigini
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rumore nelle orecchie e mal di gola
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dolore al petto
Si possono inoltre verificare anche situazioni più gravi di intossicazione e avvelenamento acute, che in situazioni estreme possono anche portare all'infiammazione del pancreas, dei reni e del fegato, la perdita di coscienza e, in casi estremi, la paralisi completa. Per uno sguardo più approfondito sulle conseguenze di una scorretta conservazione e i rischi per la nostra salute si raccomanda la lettura di questa guida.