Il polipropilene (detto anche polipropene e in genere abbreviato solamente in PP) è un polimero termoplastico che risulta molto interessante e versatile, visto che è resistente a sollecitazioni meccaniche, all'abrasione e ha anche una buona resistenza termica. Viene usato come isolante per cavi elettrici, ma anche per la creazione di oggetti di uso comune, come ad esempio sedie, bottiglie o vasi.
Si tratta come detto di un materiale plastico veramente molto versatile e con caratteristiche che lo rendono interessante: è duttile, saldabile, resistente agli agenti chimici e facile da lavorare. Resistente ed economico, il polipropilene è uno dei polimeri più largamente impiegati in numerosi settori differenti, dal packaging, al tessile, passando per l’automotive.
Le sue applicazioni sono pressoché infinite e includono imballaggi per prodotti di largo consumo, contenitori, dispositivi medici, bottiglie usa e getta, giocattoli per bambini, abbigliamento sportivo, ecc. Tra i suoi punti di forza anche la possibilità di utilizzarlo per la creazione di elementi molto sottili e flessibili, in grado di piegarsi quasi a 360° senza mai rompersi o deformarsi. Durante la sua produzione e lavorazione può però andare incontro ad alcune potenziali criticità, anche serie, che vanno conosciute e opportunamente gestite.
Lavorazione del polipropilene, problemi e soluzioni
I più utilizzati processi di lavorazione del polipropilene sono lo stampaggio a iniezione ed estrusione. Durante queste fasi, i materiali plastici, che normalmente sono neutri, si caricano di elettricità statica. Lavorando il polipropilene possono formarsi cariche elettrostatiche che possono causare non pochi problemi alla linea di produzione e a chi ci lavora.
Oltre a fastidiose scosse elettriche agli operatori, non pericolose per la salute, ma decisamente dolorose, le cariche possono attirare polvere, piccoli insetti ed altre impurità sulla superficie dei prodotti, abbassandone di conseguenza la qualità finale, possono rallentare o in alcuni casi arrivare a bloccare i macchinari e nei casi più gravi, possono causare scintille che potrebbero innescare incendi o esplosioni. Per fortuna esiste una soluzione efficace per evitare la formazione di cariche elettrostatiche.
Le cariche elettrostatiche che si generano durante i processi di lavorazione del polipropilene devono essere neutralizzate per evitare problematiche, che come abbiamo visto, possono essere decisamente molto serie e impattare su aspetti economici, oltre che sulla salute dei lavoratori.
L’eliminazione delle cariche indesiderate può avvenire grazie al posizionamento nelle aree di produzione di apposite barre elettrostatiche, o altri sistemi semi attivi, come ad esempio soffianti o ugelli. Questi particolari dispositivi ionizzano l’aria che circonda il pezzo in polipropilene durante la sua lavorazione, riportando il materiale plastico alla sua iniziale condizione neutra da un punto di vista elettrico.
Eliminare l’elettricità statica dalle linee di produzione è possibile grazie a questi dispositivi, ma affinché si rivelino pienamente efficaci sarà sempre importante condurre un attento studio preliminare delle condizioni e dei vari processi e variabili in gioco, così da poter individuare la soluzione più adatta ad ogni specifico caso. Bisognerà scegliere tipologia e numero delle barre ionizzanti e posizionarle con la massima attenzione, questo potrà essere fatto al meglio solo da personale esperto.